Lo studio, apparso nel 2019 sulla rivista Frontiers in Physiology, sostiene che iniziare a praticare sport di endurance dopo i 50 anni in modo costante, conduce a una situazione fisiologica del tutto sovrapponibile a quella di atleti che già praticano le medesime discipline da almeno 30 anni. I risultati ottenuti dagli Autori su un campione molto significativo di soggetti monitorati suggeriscono non solo che la soglia dei 50 anni non rappresenta affatto un limite per iniziare un’attività sportiva intensa e regolare e per raggiungere risultati ai massimi livelli, ma che l’inizio dell’attività sportiva a questa età è comunque in grado di ritardare in modo significativo il progressivo accumulo di grasso corporeo della terza età e di ridurre in modo consistente la perdita di massa magra tipica dell’età più avanzata, migliorando così in modo significativo la qualità di vita. Resta valida, naturalmente, la cautela in merito alle condizioni fisiche di partenza di chiunque intenda iniziare un’attività sportiva “importante” dopo la soglia dei 50 anni, che presuppone un’attenta valutazione clinica del futuro atleta, dalla condizione cardiovascolare a quella muscolare e ossea, con particolare riguardo alla situazione della colonna vertebrale a livello lombo-sacrale, particolarmente sovraccaricata negli sport di endurance. In merito, non manca inoltre la raccomandazione di un attento monitoraggio della quota di Vitamina D e di calcio disponibile, che richieda un’eventuale integrazione. La ricerca conferma comunque i presupposti che sostengono l’iniziativa di Trisport and Health, che ha lo scopo, tra gli altri, di motivare alla pratica di sport aerobici di endurance soprattutto coloro che hanno superato la fatidica soglia degli “anta”.