Sei mesi di allenamento per la maratona sono in grado di invertire il livello di invecchiamento vascolare a qualsiasi età

Tutti sono da tempo consapevoli dei benefici dell’esercizio fisico, a qualsiasi età. Ebbene, un recente studio avvalora questa ipotesi, rilevando che la preparazione per una maratona in soggetti di diverse età mai allenatisi prima, può essere particolarmente vantaggioso per ridurre il rischio vascolare associato ai processi di invecchiamento.

SCOPO DELLO STUDIO

Lo scopo dello studio era di determinare se nella real life l’allenamento fisico per una maratona in sportivi neofiti non allenati può invertire l’irrigidimento aortico legato all’età, influendo anche sulla pressione arteriosa. E’ noto, infatti, che il processo di invecchiamento produce un aumento della rigidità aortica, contribuendo al rischio cardiovascolare anche in soggetti sani, determinando contestualmente la tendenza all’aumento della pressione arteriosa. 

La rigidità dell’aorta può essere ridotta attraverso programmi di allenamento supervisionato, ma questi non sono facilmente generalizzabili. Recenti evidenze, tuttavia, suggeriscono che l’allenamento per partecipare a una maratona potrebbe rappresentare una scelta eccellente per le persone che desiderano migliorare la propria salute cardiovascolare.

Per dimostrare questa ipotesi, gli Autori dello studio, apparso recentemente su una prestigiosa rivista, il Journal of American College of Cardiology, hanno studiato 138 persone sane e non allenate, che non avevano mai corso una maratona, di età compresa tra 21 e 69 anni, di cui 49% maschi. Tutti i partecipanti allo studio sono stati sottoposti a un periodo 6 mesi di allenamento per partecipare alle Maratone di Londra 2016 e 2017.

La ricerca ha previsto due valutazioni, una delle quali prima dell’inizio del periodo di allenamento, e un’altra due settimane dopo la maratona, nelle quali è stata rilevata la pressione centrale aortica e la rigidità dell’aorta, usando la misura della sua distensibilità mediante risonanza magnetica. L ‘età biologica dell’aorta è stata calcolata dalla relazione cronologica basale età-rigidità.

I RISULTATI

L’allenamento ha ridotto la pressione arteriosa sistolica e diastolica centrale (aortica) di 4 mm Hg (IC 95%: da 2,8 a 5,5 mm Hg) e 3 mm Hg (IC 95%: da 1,6 a 3,5 mm Hg), mentre si è al tempo stesso ottenuta una riduzione dell’età biologica aortica fino a 4 anni. Ciò che ha sorpreso maggiormente i ricercatori è che il beneficio è risultato maggiore nei partecipanti maschi più anziani che hanno ottenuto le peggiori performance atletiche durante la gara.

L’allenamento e il completamento di una maratona anche a intensità di esercizio relativamente bassa (gli uomini hanno impiegato in media 4,5 ore, mentre le donne hanno impiegato una media di 5,4 ore) si sono perciò dimostrati in grado di ridurre la pressione sanguigna centrale e la rigidità aortica, con un miglioramento fino a 4 anni dell’età arteriosa e un maggiore “ringiovanimento vascolare” negli individui più anziani e atleticamente meno performanti.

CONCLUSIONI

Lo studio ha chiaramente dimostrato che in soli 6 mesi di esercizio fisico controllato è possibile invertire le conseguenze dell’invecchiamento dei vasi sanguigni. I risultati hanno altresì indiscutibilmente dimostrato anche l’importanza delle modifiche dello stile di vita, tra cui una dieta più corretta e uno schema di sonno migliore, nel rallentare i rischi associati all’invecchiamento.

Ma ciò che è emerso con chiarezza da questo studio è stata la consapevolezza che non è mai troppo tardi per iniziare una pratica sportiva anche impegnativa per modificare il proprio stato fisico. È interessante, infatti, notare che i runner maschi più anziani, più lenti, e con una pressione basale più elevata hanno ottenuto i migliori risultati sotto il profilo del miglioramento dei parametri monitorati, come è molto bene evidente nella sottostante figura.

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